Ostia racconta

Le navi di Fiumicino: concluso il restauro

Da quando ha riaperto al pubblico nel 2021 i relitti del Museo delle Navi sono stati interessati da un lungo intervento di restauro, svoltosi sotto gli occhi dei visitatori. Ne raccontiamo gli esiti, al termine degli interventi.

Al momento della riapertura del Museo nel 2021, i relitti presentavano uno stato conservativo piuttosto critico, tale da rendere indispensabili e urgenti gli interventi conservativi: si è partiti dalla Fiumicino 2 nel 2021 (restauro a cura del Consorzio Fabrica), per proseguire l’anno successivo con la Fiumicino 4 (restauro a cura del Consorzio Croma), per poi spostarsi tra il 2024-25 sulla Fiumicino 3, sulla “barca del pescatore” Fiumicino 5, sugli elementi di fiancata F6 e F7 e per ultima sulla grande Fiumicino 1 (restauro a cura del Consorzio Pragma).

Come mai era necessario intervenire sule imbarcazioni e in cosa è consistito il restauro?

Lo stato di degrado che interessava tutte le imbarcazioni era dovuto a un insieme di fattori, dai mancati interventi di desalinizzazione ed essicazione controllata nel periodo immediatamente successivo al recupero, all’ assenza, negli anni, di condizioni microclimatiche adeguate, ai trattamenti ricevuti negli ultimi decenni, che hanno di fatto contribuito ad aggravare il delicatissimo e già compromesso stato conservativo dei relitti. L’intento era quello di proteggere e consolidare il legno, ma i prodotti non idonei applicati ripetutamente avevano, in sostanza, creato un involucro rigido sulla superficie del legno, lasciando l’interno estremamente fragile, conferendo inoltre, agli scafi una colorazione scurissima dovuta all’alterazione dei prodotti.

La finalità del restauro è stata quella di ristabilire condizioni conservative adeguate, attraverso la rimozione delle sostanze di restauro sovrammesse, per consentire al legno di respirare nuovamente, realizzando anche importanti interventi di consolidamento e stabilizzazione delle imbarcazioni.

Un ruolo fondamentale è stato affidato alle complesse operazioni di pulitura effettuata mediante l’impiego di miscele solventi green a basso impatto ambientale, in ottemperanza all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, appositamente formulate per il restauro, che hanno messo in evidenza l’anatomia e il colore delle specie legnose impiegate nella costruzione degli scafi.

7. Foto, tasello di pulitura su F6
Esempio di tassello di pulitura sul fasciame

Gli interventi svolti sulle imbarcazioni hanno dato ottimi risultati, anche perché il restauro è stato frutto di un lungo, complesso e approfondito studio sui materiali costitutivi e sui fenomeni di degrado, studio che si è via via aggiornato a ogni campagna di restauro per migliorare la qualità dell’intervento. Dal punto di vista conservativo la rimozione delle sostanze sovrammesse ha consentito al legno di respirare nuovamente, ripristinando quell’interazione preziosa tra manufatto e ambiente; dal punto di vista estetico è possibile apprezzare nuovamente il colore originale del legno che, a seguito dell’applicazione delle sostanze di restauro, si era alterato scurendosi.

Fiumicino 5 prima e dopo i restauri
La nave Fiumicino 5 prima e dopo i restauri