Il Gabinetto Fotografico degli Scavi di Ostia venne costituito nel 1908 da Dante Vaglieri (Trieste 1865 – Ostia 1913) e dotato dell’attrezzatura completa per effettuare ad Ostia riprese in piena autonomia. Fino al 1913 vennero così scattati circa 2000 negativi in tutti i formati disponibili, in parte opera di Italo Gismondi (Roma 1887 – 1974). Queste fotografie costituiscono il supporto documentario delle relazioni che, con esemplare regolarità, Vaglieri consegnava alle Notizie degli Scavi. Oltre alle fotografie realizzate su lastre di utilizzando macchine del tipo “a campagnola”, Vaglieri usava anche una verascope per realizzare stereoscopie.
L’Archivio conserva inoltre un’interessante serie di fotografie aeree degli inizi del secolo, scattate dagli operatori della Sezione Fotografica della Brigata Specialisti del Genio, con l’aiuto del pallone aerostatico o dal dirigibile. Nel maggio e nel luglio 1911 fu effettuato con il pallone il rilievo planimetrico nell’area archeologica ostiense.

Le fotografie della prima metà del Novecento documentano scavi e restauri realizzati dapprima da Vaglieri, poi da Guido Calza insieme a Italo Gismondi; le fotografie documentano anche gli scavi degli anni 1938-’42, quando gran parte della città antica fu portata in luce e subito restaurata in vista dell’Esposizione Universale del 1942 (che non ebbe mai luogo a causa della II Guerra Mondiale).
Un nucleo di fotografie particolarmente significativo è quello costituito dal Fondo Raissa Calza. Raissa Gourevich Calza realizzò fotografie principalmente con una macchina Rolleiflex su rullino 6×6 con le quali oltre a documentare parzialmente alcuni degli interventi di scavo degli anni ’38-’42 anche, si dedicò negli anni successivi alla Guerra a documentare tutte le sculture – ritratti, statuaria, rilievi, sarcofagi – venuti in luce in quegli anni, fornendo la prima vera e propria campagna fotografica dei reperti mobili degli Scavi di Ostia. Inoltre si segnala un piccolo gruppo di fotogrammi scattati durante la messa in opera degli apprestamenti per le misure di protezione antiaerea delle opere del Museo Ostiense.

Dal 1950 in poi le collezioni fotografiche hanno conosciuto un regolare incremento. Negli anni ’60 e ’70 la Soprintendente M. Floriani Squarciapino fece proseguire le campagne fotografiche di pari passo a quelle di restauro e consolidamento degli Edifici. La documentazione in b/n su pellicola e le diapositive a colori furono utilizzate nelle campagne di scavo degli ultimi ritrovamenti quale l’edificio dell’Opus Sectile di Porta Marina. Dal 2000 circa si utilizzano sistemi di fotografia digitale, si provvede al contempo alla sistemazione di tutto il materiale storico e corrente in forma digitalizzata, per una migliore disponibilità dell’utilizzo e per conservazione degli originali dopo il restauro in luoghi idonei.
L’archivio fotografico di Ostia, catalogato e disponibile per la consultazione, è stato recentemente suddiviso in due grandi partizioni cronologiche, denominate Archivio Storico (1908 – 1950) e Archivio Corrente (1950 ad oggi). Vi si conserva la documentazione relativa ad interventi di indagine, conservazione e tutela di Ostia e del territorio.
Approfondimenti bibliografici:
L’Archivio Fotografico è accessibile agli studiosi, studenti universitari e ricercatori di Istituti Culturali italiani e stranieri. Si può accedere alla consultazione previa autorizzazione e su appuntamento. La richiesta deve essere inviata al Direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica, dott. Alessandro D’Alessio al seguente indirizzo istituzionale: pa-oant@cultura.gov.it
- Responsabile: Marina Lo Blundo
- Collaboratore: Luciano Fauci
- Fotografo: Giulio Sanguinetti
Orario di apertura al pubblico: previo appuntamento da prendere via e-mail
Tel.: 06/56358011
E-mail: pa-oant.archiviofotografico@cultura.gov.it





